Trentatrè

La fanzine Trentatrè documenta le differenti aree della città di Napoli con l’ambizione di tessere un tracciato per la riappropriazione fisica e culturale del territorio e farne una mappatura che permetta di evidenziare le potenzialità dei luoghi.
Trentatrè è la fanzine di The Docks.
Trentatrè è l’articolo in cui l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
Trentatrè è il numero maestro che raffigura l’amore profondo e incondizionato.
Trentatrè è il numero che rappresenta la Cabala stessa con tutti i suoi segreti mistici che essa contiene.
Trentatrè sono le vertebre del corpo umano.
Trentatrè è il numero delle settimane in cui il feto inizia a sognare nel grembo materno.
Trentatrè è la potente energia racchiusa in un numero.
Se non viene compresa e indirizzata, corre il fondato rischio di trasformarsi in forza esplosiva.


Volume I – Bagnoli

Bagnoli è il più grande tra i quartieri di Napoli ed è parte integrante dei Campi Flegrei la cui attività vulcanica ha segnato i confini e l’intera struttura geomorfologica del sito.
Il quartiere si è sviluppato attorno al grande insediamento siderurgico che ne ha cambiato la conformazione e lo ha reso anomalo rispetto al resto della città.
L’area industriale, denominata Ilva poi Italsider, è stata dismessa nel 1992. Sorta per sfruttare la legge speciale del 1904, in cui si prevedevano benefici per le aree economicamente depresse del Paese, entra in produzione nel 1910, occupando circa 1200 operai.
Già sede di alcuni impianti nella seconda metà del XIX secolo, nel 1905 si staglia su una superficie iniziale di 120 ettari fino ad arrivare nel 1977 ad occuparne 200 e quasi 8000 dipendenti.
Le numerose trasformazioni antropiche hanno condizionato l’aspetto funzionale di originaria continuità della zona alterandone profondamente anche il paesaggio.
Dal 2005 è previsto un piano di riqualificazione e recupero, che, ad oggi, è stato attuato solo in minima parte.
In questo enviroment, tavole di legno inchiodate a un muro, cornici di metallo e tubi a vista diventano lasciapassare per altri dimensioni.
Il gesto degli autori stravolge così i codici visivi formulando un immaginario alternativo in cui il degrado dell’abbandono muta in orizzonte di altri mondi.

INFO
100 copie
15 cm x 21 cm
32 pagine + cover
Cover illustrazione di Martina di Gennaro
Carta Fredigoni Woodstock birch 225 gr
Serigrafia Gianluigi Prencipe, Nilotype
Testi editing e layout THE DOCKS
Finito di stampare a Napoli, maggio 2021
donazione €17 + spese di spedizione


Volume II – Gianturco

La parte est di Napoli, meglio conosciuta come Gianturco, fino a qualche decennio fa era chiamata da tutti i napoletani zona industriale, perché è stata per secoli il terreno designato dal re per innalzare le fabbriche per la lavorazione del cuoio, lontano dal cuore della città.
Dove oggi ci sono i mega store cinesi e le baracche dei Rom, anticamente sorgevano le paludi che costeggiavano il mitico fiume Sebeto ed erano presenti ben ventotto mulini alimentati dal corso d’acqua che poi defluiva a mare.
Con la legge dell’8 luglio 1904 per l’incremento industriale, voluta fortemente dal giurista Emanuele Gianturco, l’area venne smantellata e ricostruita interamente per favorire uno sviluppo che avrebbe dovuto arginare il problema della disoccupazione. Oggi, con la dismissione della maggior parte degli impianti, lo spazio si presenta con le caratteristiche tipiche di un non-luogo, una macchia di territorio popolata da cani randagi e senzatetto
che, come fantasmi, si aggirano tra gli scheletri urbani di raffinerie, mattatoi e tabacchifici.

INFO
100 copie
15 cm x 21 cm
32 pagine + cover
Carta Fredigoni Materica Gesso 120gr.
Cover Sirio Black 295 gr.
Art work Davide Arpaia
Graphic designer THE DOCKS
Testi THE DOCKS + Carmine Covino, Gaetano Ippolito
Finito di stampare a Napoli, marzo 2022
donazione €17 + spese di spedizione